N.01 - GENNAIO 2002


5. Lineamenti dei dibattito recente

É possibile distinguere oggi due posizioni opposte: la prima tesa mostrare e sublimare il cemento armato, la seconda a sottometterlo ad una "cultura dei rivestimento".

......Nei due casi l'architetto interroga la verità costruttiva, si può ricordare che la "Lampada della Verità" secondo la metafora pubblicata da J. Ruskin nel 1849, indicava la morale dell'affermazione fattuale dei materiale da costruzione, sia nella struttura sia nell'espressione delle superfici verticali. Alcuni come Semper Viollet-le-Duc hanno posto nel 1850 la questione dei muro spesso, oggi i contemporanei come Moneo e Podrecca leggono rispettivamente Choisy e Semper.

Per Tadao Ando ad Osaka, il muro pieno ed unico di cemento armato esprime la poetica cosmica dei quattro elementi.

Potremmo dire che Ando riattualizza la metafora originale dei cemento armato, elaborata da E Coignet nel 1860: il monolito.

......Oggi le aziende sviluppano una concorrenza che ricorda la guerra dei brevetti degli anni 1890-1910, ma questa lotta pare oggi meno personalizzata, questo perché da un lato i componenti tecnici si sono diversificati e specializzati e dall'altro le materie più antiche come terra, legno, pietra sono tornate in forza per contrapporsi al cemento armato accusato a ragione di essere soggetto alla "carbonatazione".

Cosicché alcuni architetti esprimono oggi una preferenza ideologica per il cemento armato più per la volontà di un calcolo morale: la volontà di dimostrare il valore dell'ordinario.

Oggi la soluzione più diffusa è portare il muro portante all'interno per proteggerlo meglio.

Possiamo alla fine di questa digressione storico-critica dire che i nostri già citati tre attori della costruzione entrano in scena in tempi successivi. Nella seconda metà dei 1800 il monopolio è dell'impresa, è l'epoca della sperimentazione empirica.

Emergono le principali applicazioni costruttive dei materiale da costruzione: il cassone, il velo, il paio, la trave, il solaio, la carpenteria.

Esiste già tutto ma si tratta di frammenti, Il predominio dell'impresa si manterrà sempre.

Essa ha comunque anche la responsabilità della formazione dei componenti nel cantiere, momento più delicato della costruzione.

......Gli ingegneri entrano invece in scena nell'ultimo decennio del 1800 e sviluppano la loro azione lungo tre linee complementari: l'analisi della resistenza delle travi e dei solai; i brevetti, che assumono valore di esperienza suscettibile di ripetizione e di verifica; divenuto sistema il cemento armato potrà definirsi secondo norme legali di sicurezza; l'invenzione di formule matematiche, di calcoli che consentono l'introduzione dei materiale nel l'insegnamento della costruzione alle Hautes Ecoles.

La sistematizzazione è ora un dato di fatto ed è così che gli ingegneri sviluppano stretti legami tecnico-finanziari con gli imprenditori.

Essi scendono in cantiere ed è lì che osservano e razionalizzano la complessità dei fenomeni essenziali.

......Gli architetti scoprono il materiale dopo gli ingegneri, compaiono i Perret, Max Berg, Le Corbusier, Bruno Taut, Walter Gropius, Adolf Meyer, Karl Moser, e figure un po' anomale che da ingegneri si occupano anche di aspetti prettamente plastici quale Robert Maillart e tecnologici quale Eugène Freyssinet; essi enunciano una grammatica plastica specifica del nuovo materiale da costruzione.

A Chicago, nel momento dell'introduzione dell'ossatura di acciaio rivestita di terracotta verso il 1890 gli architetti, lavorando a fianco degli ingegneri erano stati capaci di rispondere immediatamente alla nuova situazione.

Fin dalle origini il grattacielo fu considerato artisticamente.

Ma in Europa si realizzano moltissime opere in cemento armato senza che venga posta la questìone del'espressione architettonica; questo avviene poiché molte realizzazioni sono opera di architetti tradizionalisti che non vogliono distinguersi attraverso innovazioni radicali.

......Fino a quando non compaiono i fratelli Perret con il loro edificio in rue Franklin, che sebbene rivestito in ceramica non impedisce al progettista di visualizzare i temi preminenti dei cemento armato: l'opposizione tra il quadro portante ed il riempimento, quell'opposizione che genera la logica di apertura e chiusura del muro.

Seguiranno oltre ai già citati architetti, J.J.P. Oud con i suoi muri pieni di cemento armato nelle residenze del Weissenhof a Stoccarda, i pilotis di le Corbusier per arrivare alle realizzazioni odierne.

La generazione attuale deve assumersi la responsabilità di riparare gli errori commessi in nome dell'indistruttibilità dei calcestruzzo, oggi infatti i conti devono essere fatti con il tempo, il problema principale è la durabilità di questo materiale.

Così come il cemento armato non ha mantenuto la sua promessa di eternità, l'architettura strutturale non è riuscita nel suo complesso a dare quel contributo allo sviluppo dell'architettura moderna, che forse ci si poteva aspettare, e non solo in Italia.

Per superare l'attuale situazione, per tanti versi insoddisfacente, sarà necessario collegare meglio gli studi di architettura e di ingegneria civile; occorrerà soprattutto inserire nei programmi di studi degli architetti e degli ingegneri delle materie formative sul piano culturale.

L'uomo non è una macchina e non si può pretendere che si serva di strumenti abbastanza complessi come l'analisi matematica o la geometria dello spazio senza inserirli in un ambito di idee abbastanza esteso da assumere un significato compiuto.

Solo così possiamo sperare che i più dotati di immaginazione possano intravedere nuove vie e nuove soluzioni, senza le quali tutta l'attività progettuale è destinata a stagnare o a regredire verso l'accademia ed il conservatorismo.

Questo è il lavoro che si cerca di portare avanti oggi all'interno della Facoltà di Architettura di Venezia, dove di concerto con varie discipline si cercano delle modalità nuove per dare allo studente una preparazione completa e con una forte attinenza con il mondo professionale.

......I corsi seminariali, le tesi, i laboratori di sintesi finale, i moduli didattici ed anche le pubblicazioni che vengono portate avanti all'interno dei Dipartimento di Costruzione dell'Architettura intendono "costruire" una categoria di professionisti in grado di realizzare opere di "conceptual design", definizione questa data dal prof. J. Schlaich nel 1996 ad un congresso dello IASS tenutosi a Stoccarda, dove con questa definizione egli intendeva una progettazione concettuale in cui si trovino nuovamente riunite ed in una nuova logica le tre "voci" della triade vitruviana: Venustas, Utilitas and Firmitas.


 

Bibliografia

(1) E. Siviero, S. Casucci, A. Cecchi (a cura di) 1995, Il Ponte e l'Architettura,Collana Strutture in Architettura, vol. 1, Città Studi Edizioni.

(2) A.VV. (a cura di E. Siviero, S. Casucci, R. Gori) - 1995, Studio e recupero del ponte, Collana Architettura e Strutture, vol. 8, Collegio degli Ingegneri di Padova.

(3) S. Casucci, S. Lincetto, Silvano Zorzi ed i suoi ponti - 1995, Collana Architettura e Strutture, vol. 9, Collegio degli Ingegneri di Padova.

(4) E. Siviero, S. Casucci - 1999, "Il Conceptual design dei ponti", conferenza tenuta al Corso di Aggiornamento Ponti e viadotti: concezione, progetto, analisi, gestione, Milano 28 giugno.

(5) S. Giedion - 1984, Spazio, Tempo, Architettura, Ulrico Hoepli, Milano.

(6) E.Torroja - 1966, La concezione strutturale, Utet, Torino.

(7) E Catalano, M. Dal Piaz - 1994, Giulio Pizzetti, ingegnere tra gli architetti, Centro Editoriale Veneto, Padova.

 

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