N.01 - GENNAIO 2002


I. Introduzione


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Nelle Facoltà di Architettura, la naturale progressione delle discipline strutturali è Statica, Scienza delle Costruzioni, Tecnica delle Costruzioni, anche se l'insieme statica-scienza potrebbe essere più propriamente definito come "Teoria delle Costruzioni". La convinzione che l'insegnamento delle materie scientifiche nelle Facoltà di Architettura debba essere rivisto nei suoi concetti più significativi, al fine di rendere efficace il passaggio dal sapere scientifico al sapere tecnico, ha suggerito lo studio di un percorso alternativo. Percorso che si esplica attraverso tesi di laurea che affrontino il problema dei progetto strutturale; una serie di conferenze e seminari sul tema "Architettura e Strutture"; la creazione di una collana di libri dal titolo "Architettura e Strutture" che intende porsi come "camera di compensazione" tra le due culture non così dissimili. Accanto a questi, i programmi di laboratori in collaborazione con i corsi di progettazione architettonica che riaffermano l'importanza dell'interazione pluridisciplinare.

.....Un altro elemento importante è la collaborazione instaurata con Università straniere grazie ad assistenti che svolgono attività di Dottorato e portano avanti programmi di ricerca comuni (Università ci Stoccarda, Ecole des Ponts et Chaussées, Università di Atene, Università di Princeton).

.....Fattore altrettanto importante è il dialogo tra l'Università ed il mondo dei lavoro: così come l'Università deve principalmente "fare cultura a tempo stesso essa deve opportunamente ricevere alimento costante" dal mondo dei lavoro.
É evidente come i migliori risultati per un progetto si ottengano quando l'ingegnere e l'architetto collaborano, quando nella realizzazione di un progetto essi lavorano insieme sin dalle prime fasi d'ideazione, qualsiasi sia la tipologia edilizia e non che s'intende realizzare. Ma l'idea e la capacità di collaborare deve essere appresa ed iniziare nel momento della formazione, vale a dire durante gli studi universitari.

.....Due sostanzialmente i campi che dovrebbero costituire il curriculum studi per la formazione di un "buon" Progettista e cioè: il Progetto Architettonico ed il Progetto Strutturale.
Occasione per una applicazione di questi concetti è data dalla progettazione delle opere in calcestruzzo armato.

.....Il cemento armato dura per l'eternità. É questa l'idea, in realtà assai semplice, che gli inventori e i propagatori dei cemento armato si proponevano di diffondere innanzitutto presso il grande pubblico ma anche presso gli architetti, gli ingegneri, gli impresari. Negli anni Venti storici ed architetti come Ludwig Hilberseimer, Sigfried Giedion, Bruno Taut,Andrè Lurçat, e naturalmente Le Corbusier, rafforzeranno questa tesi dell'immutabilità e la arricchiranno di un altro postulato le nuove tecniche costruttive producono nuove forme.

.....Come la pietra o il legno che hanno generato, praticamente da sempre, veri e propri stili costruttivi a partire dalle tecniche dell'attrezzatura e dell'assemblaggio, anche il calcestruzzo è protagonista di uno sviluppo costruttivo e architettonico in sintonia con le tecniche dei suo utilizzo, o, più precisamente, delle pratiche che lo manipolano. Ma ecco un elemento nuovo: tali figure professionali sono molteplici e dissociate tra loro: fornitori, imprenditori, progettisti, sono altrettanti segmenti di una catena estesa, dispersa ma solidale.

 

.....Così il calcestruzzo armato non è una materia prima che subisce una serie di trasformazioni per raggiungere uno stato finale corrispondente alla sua assimilazione da parte dell'edificio; al contrario è il prodotto di un processo di misture e di addizioni la "ragione" delle quali, diversamente dal legno o dalla pietra, non è pratica ma astratta, è regolata da una forma chimica e fisica non dall'opportunità di un saper fare. li calcestruzzo armato è "teorizzato": ciò significa che prima di innescare le procedure operatìve dei suo utilizzo o della sua messa in opera, semplicemente prima di esistere, esso necessita di una descrizione precisa la cui ragione non deriva nè dalla competenza operaia, nè dall'impresa, neppure dal progetto che lo prescrive,ma da un modello concettuale governato da leggi meccaniche specifiche.

 

.....Queste leggi sono collegate alla resistenza dei materiali e alla chimica dei leganti; perché nella sua natura fondamentale il calcestruzzo armato è in fondo semplicemente un principio, una "teoria" quasi, prima di essere un materiale grezzo, fisicamente assimilabile dall'edilizia.

 

.....L'importanza della realizzazione pratica di un progetto, che dovrebbe essere lo scopo ultimo, consta dunque di tre parti fondamentali:

a) "Conceptual design": concezione sintetica riguardo alla forma, al sistema, al dettaglio, al materiale ed alla costruzione;
b) Senso della creazione dello spazio, della "bellezza", la comprensione delle tre dimensioni e la relazione tra forza - forma - scala.
c) Processo di realizzazione: schizzo iniziale (idea), disegno preliminare, studio strutturale, fabbricazione, trasporto e messa in opera.

.....Ma tutto ciò non dovrebbe far dimenticare e potrebbe anzi aiutare a capire perché "fare cose" sia in realtà così divertente. Troppo spesso forse ci dimentichiamo che "creare" ha anche un significato ludico e liberatorio.

2. I termini dei problema: una "Filosofia delle Strutture"

....."... ci proponiamo soltanto di accompagnare tecnici e progettisti... in una tranquilla divagazione attraverso il labirinto sempre più aggrovigliato della tecnica, per riunire, coordinate ed approfondire idee e concetti, al di fuori di qualsiasi considerazione quantitativa e numerica" (E. Torroja, 1966). Quello a cui tutte le attività didattiche e non sono tese è la promozione di una chiara e comprensibile riconciliazione "fra tecnica ed architettura, fra razionalità ed intuizione, fra economia e poesia, fra verità e bellezza" (E. Benvenuto 1995). li lavoro iniziato da Torroja e portato avanti da personaggi quali Pizzetti, Salvadori ed altri negli anni '60-70-80, non è semplicemente una semplificazione dei termini matematici in altri più banali e semplici per gli architetti ma invece un delicato lavoro di interpretazione. Cercare di esplicitare il significato dei messaggio senza nulla perdere dei contenuto originale, ma cercando di fare in modo che questo potesse correttamente essere assimilato e convertito nel linguaggio progettuale.
Stimolare dunque gli studenti a realizzare un collegamento tra la progettazione strutturale e la composizione architettonica.

.....Un grande professore quale Giulio Pizzetti si esprime a questo proposito ispirandosi ad alcune parole di Vittorio Gregotti (1980): "Scienza e Tecnica delle Costruzioni possono essere viste come fascia di confine tra due territori più vasti: quello della Meccanica dei corpi deformabili e quello dell'Architettura. La posizione è felice perché questa fascia di confine può arricchirsi per i contributi dei suoi confinanti". La Scienza e la Tecnica delle Costruzioni non dovrebbero limitarsi, come spesso succede, alla trattazione dei problema teorico, ma dovrebbero anche aprirsi a tutti i collegamenti verso gli aspetti compositivi dell'Architettura. L'equivoco è proprio nella considerazione che le discipline strutturali siano un'area di servizio e non un supporto attivo all'Architettura.

.....D'altro canto è necessario dire che la progettazione si impara solo progettando e questo crea non poche difficoltà all'insegnamento di questa materia, si genera così una situazione dove agli studenti si anticipa la complessità della progettazione cercando di materializzare quanto è al di là della loro conoscenza.

.....Si possono però suggerire dei parametri di riferimento che intervengono nella progettazione strutturale e compositiva e valutarne l'importanza relativa, potremmo con le parole dei Pizzetti dire di offrire una composizione strutturale ad un problema, facendosi guidare da criteri variabili da caso a caso (parametro scientifico o istituzionale, metodologico, critico e di retroazione della tecnica).

.....É necessario individuare un luogo, un piano dove le due figure e impostazioni mentali si incontrino, forse questo luogo è l'intuizione statica. Essa è l'interpretazione dei fenomeni fisici, raggiungibile attraverso l'esperienza diretta e l'osservazione quotidiana.

.....Un tempo l'architetto riassumeva in sé funzioni proprie oggi dell'ingegnere, risolvendo il problema strutturale per mezzo dell'intuizione servendosi dei linguaggio geometrico come guida per l'equilibrio.

.....L'architettura si palesava come una manifestazione creativa intimamente legata ad un fatto tecnico, ma capace di sovrapporsi a questo, raggiungendo espressioni complete per vie autonome (Pizzetti 1957).

.....Ma al contrario di ciò che alcune volte si pensa l'intuizione si costruisce con fatica, tempo, studi approfonditi sui meccanismi dell'equilibrio e della resistenza dei materiali, deriva dalla stratificazione di esperienze progettuali e di calcolo. Ed è questo aspetto, fondamentale dell'architettura l'intuizione a costituire il piano di collaborazione con l'ingegneria. Bisogna liberarsi da questo equivoco reciproco, credere che l'intuizione sia un sistema primitivo destinato a soccombere ai metodi razionali e che l'ingegneria sia la cristallizzazione razionale ed evoluta di un aspetto confuso che l'Architettura non aveva saputo mettere in luce; e nel credere che quest'ultima possa eliminare la parte statica dei problemi costruttivi come se l'attività creativa fosse suddivisibile secondo schemi prestabiliti e nella convinzione e nell'attesa che queste due realtà possano evolversi indipendentemente utilizzando linguaggi diversi.

.....Ecco perché un'area quale quella denominata Analisi e Progettazione Strutturale" assume nelle facoltà di Architettura un ruolo di primaria importanza. L'allievo non può più prescindere da una corretta concezione strutturale, egli deve saper dominare l'idea che modella il materiale in forma resistente, adeguandolo alla sua funzione.



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