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.....Un altro elemento importante è la collaborazione instaurata con Università straniere grazie ad assistenti che svolgono attività di Dottorato e portano avanti programmi di ricerca comuni (Università ci Stoccarda, Ecole des Ponts et Chaussées, Università di Atene, Università di Princeton). .....Fattore
altrettanto importante è il dialogo tra l'Università ed
il mondo dei lavoro: così come l'Università deve principalmente
"fare cultura a tempo stesso essa deve opportunamente ricevere alimento
costante" dal mondo dei lavoro. .....Due
sostanzialmente i campi che dovrebbero costituire il curriculum studi
per la formazione di un "buon" Progettista e cioè: il
Progetto Architettonico ed il Progetto Strutturale. .....Il
cemento armato dura per l'eternità. É questa l'idea, in
realtà assai semplice, che gli inventori e i propagatori dei cemento
armato si proponevano di diffondere innanzitutto presso il grande pubblico
ma anche presso gli architetti, gli ingegneri, gli impresari. Negli anni
Venti storici ed architetti come Ludwig Hilberseimer, Sigfried Giedion,
Bruno Taut,Andrè Lurçat, e naturalmente Le Corbusier, rafforzeranno
questa tesi dell'immutabilità e la arricchiranno di un altro postulato
le nuove tecniche costruttive producono nuove forme. .....Come la pietra o il legno che hanno generato, praticamente da sempre, veri e propri stili costruttivi a partire dalle tecniche dell'attrezzatura e dell'assemblaggio, anche il calcestruzzo è protagonista di uno sviluppo costruttivo e architettonico in sintonia con le tecniche dei suo utilizzo, o, più precisamente, delle pratiche che lo manipolano. Ma ecco un elemento nuovo: tali figure professionali sono molteplici e dissociate tra loro: fornitori, imprenditori, progettisti, sono altrettanti segmenti di una catena estesa, dispersa ma solidale.
.....Così il calcestruzzo armato non è una materia prima che subisce una serie di trasformazioni per raggiungere uno stato finale corrispondente alla sua assimilazione da parte dell'edificio; al contrario è il prodotto di un processo di misture e di addizioni la "ragione" delle quali, diversamente dal legno o dalla pietra, non è pratica ma astratta, è regolata da una forma chimica e fisica non dall'opportunità di un saper fare. li calcestruzzo armato è "teorizzato": ciò significa che prima di innescare le procedure operatìve dei suo utilizzo o della sua messa in opera, semplicemente prima di esistere, esso necessita di una descrizione precisa la cui ragione non deriva nè dalla competenza operaia, nè dall'impresa, neppure dal progetto che lo prescrive,ma da un modello concettuale governato da leggi meccaniche specifiche.
.....Queste leggi sono collegate alla resistenza dei materiali e alla chimica dei leganti; perché nella sua natura fondamentale il calcestruzzo armato è in fondo semplicemente un principio, una "teoria" quasi, prima di essere un materiale grezzo, fisicamente assimilabile dall'edilizia.
.....L'importanza
della realizzazione pratica di un progetto, che dovrebbe essere lo scopo
ultimo, consta dunque di tre parti fondamentali:
.....Ma
tutto ciò non dovrebbe far dimenticare e potrebbe anzi aiutare
a capire perché "fare cose" sia in realtà così
divertente. Troppo spesso forse ci dimentichiamo che "creare"
ha anche un significato ludico e liberatorio.
....."...
ci proponiamo soltanto di accompagnare tecnici e progettisti... in una
tranquilla divagazione attraverso il labirinto sempre più aggrovigliato
della tecnica, per riunire, coordinate ed approfondire idee e concetti,
al di fuori di qualsiasi considerazione quantitativa e numerica"
(E. Torroja, 1966). Quello a cui tutte le attività didattiche e
non sono tese è la promozione di una chiara e comprensibile riconciliazione
"fra tecnica ed architettura, fra razionalità ed intuizione,
fra economia e poesia, fra verità e bellezza" (E. Benvenuto
1995). li lavoro iniziato da Torroja e portato avanti da personaggi quali
Pizzetti, Salvadori ed altri negli anni '60-70-80, non è semplicemente
una semplificazione dei termini matematici in altri più banali
e semplici per gli architetti ma invece un delicato lavoro di interpretazione.
Cercare di esplicitare il significato dei messaggio senza nulla perdere
dei contenuto originale, ma cercando di fare in modo che questo potesse
correttamente essere assimilato e convertito nel linguaggio progettuale. .....Un
grande professore quale Giulio Pizzetti si esprime a questo proposito
ispirandosi ad alcune parole di Vittorio Gregotti (1980): "Scienza
e Tecnica delle Costruzioni possono essere viste come fascia di confine
tra due territori più vasti: quello della Meccanica dei corpi deformabili
e quello dell'Architettura. La posizione è felice perché
questa fascia di confine può arricchirsi per i contributi dei suoi
confinanti". La Scienza e la Tecnica delle Costruzioni non dovrebbero
limitarsi, come spesso succede, alla trattazione dei problema teorico,
ma dovrebbero anche aprirsi a tutti i collegamenti verso gli aspetti compositivi
dell'Architettura. L'equivoco è proprio nella considerazione che
le discipline strutturali siano un'area di servizio e non un supporto
attivo all'Architettura. .....D'altro
canto è necessario dire che la progettazione si impara solo progettando
e questo crea non poche difficoltà all'insegnamento di questa materia,
si genera così una situazione dove agli studenti si anticipa la
complessità della progettazione cercando di materializzare quanto
è al di là della loro conoscenza. .....Si
possono però suggerire dei parametri di riferimento che intervengono
nella progettazione strutturale e compositiva e valutarne l'importanza
relativa, potremmo con le parole dei Pizzetti dire di offrire una composizione
strutturale ad un problema, facendosi guidare da criteri variabili da
caso a caso (parametro scientifico o istituzionale, metodologico, critico
e di retroazione della tecnica). .....É
necessario individuare un luogo, un piano dove le due figure e impostazioni
mentali si incontrino, forse questo luogo è l'intuizione statica.
Essa è l'interpretazione dei fenomeni fisici, raggiungibile attraverso
l'esperienza diretta e l'osservazione quotidiana. .....Un
tempo l'architetto riassumeva in sé funzioni proprie oggi dell'ingegnere,
risolvendo il problema strutturale per mezzo dell'intuizione servendosi
dei linguaggio geometrico come guida per l'equilibrio. .....L'architettura
si palesava come una manifestazione creativa intimamente legata ad un
fatto tecnico, ma capace di sovrapporsi a questo, raggiungendo espressioni
complete per vie autonome (Pizzetti 1957). .....Ma
al contrario di ciò che alcune volte si pensa l'intuizione si costruisce
con fatica, tempo, studi approfonditi sui meccanismi dell'equilibrio e
della resistenza dei materiali, deriva dalla stratificazione di esperienze
progettuali e di calcolo. Ed è questo aspetto, fondamentale dell'architettura
l'intuizione a costituire il piano di collaborazione con l'ingegneria.
Bisogna liberarsi da questo equivoco reciproco, credere che l'intuizione
sia un sistema primitivo destinato a soccombere ai metodi razionali e
che l'ingegneria sia la cristallizzazione razionale ed evoluta di un aspetto
confuso che l'Architettura non aveva saputo mettere in luce; e nel credere
che quest'ultima possa eliminare la parte statica dei problemi costruttivi
come se l'attività creativa fosse suddivisibile secondo schemi
prestabiliti e nella convinzione e nell'attesa che queste due realtà
possano evolversi indipendentemente utilizzando linguaggi diversi. .....Ecco
perché un'area quale quella denominata Analisi e Progettazione
Strutturale" assume nelle facoltà di Architettura un ruolo
di primaria importanza. L'allievo non può più prescindere
da una corretta concezione strutturale, egli deve saper dominare l'idea
che modella il materiale in forma resistente, adeguandolo alla sua funzione.
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